Nella quotazione diamanti sono in molti a chiedersi quale sia la reale differenza fra diamante e brillante, che per certi versi sono sinonimi.

In realtà a livello tecnico il diamante indica la materia prima naturale, grezza, mentre il brillante è l’esito del taglio di un diamante.

Benché esistano numerosi tagli possibili, quello più comune, e soggetto maggiormente alla valutazione dei diamanti, è proprio il brillante: si tratta di un taglio tondo, composto da 57 sfaccettature.

Il taglio brillante ha lo scopo di esaltare il più possibile la brillantezza del diamante, facendo rimbalzare la luce verso la parte superiore della pietra, particolare aspetto apprezzato anche da ogni gemmologo a Roma

Una delle caratteristiche più evidenti di un diamante è infatti proprio la capacità di riflettere la luce, ma possiede anche altre specificità. Scopriamo insieme quali sono.

La straordinaria resistenza del diamante, leggenda o realtà?

Il diamante ha la fama di essere indistruttibile, ma ciò non è del tutto vero in quanto può andare incontro a graffi e scheggiature.

Nonostante questo si tratta del minerale più duro che esista sulla terra, tant’è che la parola diamante deriva dal greco adamas, che significa appunto indistruttibile.

Quando viene colpito nel modo giusto, anche il diamante si rompe. Il tagliatore può dividere il diamante in due o più pezzi, tramite l’uso di un laser o segandolo.

Tuttavia un diamante può rompersi anche accidentalmente, se premuto con una certa forza in un punto specifico.

Quando l’urto esercita la sua pressione secondo direzioni particolari, il diamante può spezzarsi.

Queste direzioni, in gergo tecnico, sono detti piani di sfaldatura, parallelamente ai quali anche un colpo piuttosto modesto può creare danni ingenti.

In tutto questo non consideriamo i diamanti che presentano anomalie interne, quali fratture o inclusioni, perché li predispongono a rotture molto più frequenti.

La durezza del diamante: come si misura?

La durezza del diamante viene misurata in base alla scala di Mohs, dal nome di un famoso mineralogista tedesco, la quale è ideata per valutare la resistenza dei minerali ai graffi.

La scala è composta da dieci minerali, i quali sono messi in ordine dal più morbido al più duro:

  • Talco
  • Gesso
  • Calcite
  • Fluorite
  • Apatite
  • Ortoclasio
  • Quarzo
  • Topazio
  • Corindone
  • Diamante

Nella scala di Mohs, ciascun minerale è in grado di scalfire quello che lo precede, ed è scalfito da quello che lo segue.

Il valore indicativo della durezza nella scala è puramente indicativo, perché la differenza reale di durezza fra due minerali consecutivi varia anche notevolmente.

I più teneri si scalfiscono con l’unghia (Talco), mentre i più duri non possono essere rigati neanche da una punta in acciaio.

Nel caso del diamante, questo può essere tagliato solo da un altro diamante (o da uno strumento realizzato con polvere di diamante).

In quali occasioni è utile misurare la durezza di un diamante?

Ci sono pietre che imitano il diamante quasi alla perfezione, traendo in inganno un occhio inesperto.

Tuttavia, uno dei modi per effettuare la quotazione diamanti è proprio individuare la durezza del minerale.

Noi dell’ Istituto Gemmologico di Roma siamo in grado di effettuare una valutazione gratuita di qualsiasi prezioso, prendendone in esame anche la durezza.

Come abbiamo visto, la durezza del diamante sulla scala di Mohs è 10.

Le imitazioni hanno una durezza inferiore, e spesso si riconoscono perché hanno gli spigoli rovinati, l’apice abraso, o presentano dei graffi.

Talvolta non è possibile riconoscere questi piccoli difetti ad occhio nudo, ed è necessario esaminare il pezzo con attrezzature adeguate, che ne ingrandiscano i particolari.

Ecco perché possiamo dare un responso immediato e sicuro sull’autenticità di un diamante.

Quotazione diamanti usati: come conservare al meglio un diamante ?

Nonostante l’estrema resistenza, è bene avere alcuni accorgimenti per evitare che i diamanti si rovinino e si abbassi la quotazione.

Prima di tutto è bene indossarli solo in occasioni particolari, dal momento che agenti chimici e perfino il sudore sono in grado di renderli opachi.

Quindi vanno evitate le pulizie di casa mentre si indossano anelli con diamante, ad esempio (uno dei fattori di opacizzazione più forti è il cloro), ed è assolutamente vietato fare il bagno nel mare con un diamante, perché il sale tende inesorabilmente a sporcarlo.

Se proprio non è possibile farne a meno, è fortemente consigliato pulirli quotidianamente per evitare che col tempo si rovinino mostrando aloni.

Se indossato frequentemente, l’ideale è pulirlo almeno una volta alla settimana, immergendolo in una bacinella con acqua e sapone (o bicarbonato di sodio) e asciugandolo poi con un panno morbido.

I diamanti, inoltre, non andrebbero indossati mentre si compiono lavori che potrebbero determinare urti, o durante la pratica di sport, dal momento che come abbiamo visto, ci sono dei punti del diamante che se premuti possono danneggiarlo.

É bene anche evitare di conservare il diamante insieme ad altre pietre, perché vista la sua estrema durezza può rigarle.

Una buona conservazione del diamante è essenziale soprattutto perché consente di rivenderlo a un ottimo prezzo di quotazione diamanti.

In questo noi di IGR Diamanti Roma possiamo essere un valido supporto.

Chi cerca un compro diamanti Roma può rivolgersi direttamente a noi dell’Istituto Gemmologico Roma e richiedere un appuntamento.

Effettuiamo valutazioni, anche a vista, sui preziosi e stabiliamo velocemente una quotazione per i tuoi diamanti.