Negli ultimi anni, il mercato delle gemme si sta espandendo sempre di più, ma investire in questo settore è ancora un affare per pochi intenditori. Con questa piccola guida, capiremo come sia possibile riconoscere un rubino da investimento e quali caratteristiche lo rendono adatto a fruttare nel tempo.
Quella che non chiamiamo comunemente rubino è la più nobile varietà monocristallina del minerale Corindone, un cristallo di ossido di alluminio che produce gemme allocromatiche; il suo colore rosso sgargiante è dovuto alla presenza del cromo e la sua durezza è elevata (si tratta dell’unica pietra di durezza 9 nella scala Mohs).
Anticamente, tutte le gemme di colore rosso venivano scambiate per rubini, ma solo le più recenti analisi gemmologiche ci permettono di affermare con chiarezza che quello che abbiamo tra le mani è con sicurezza un rubino. Anche nella storia della corona britannica si sono verificate inesattezze: la corona reale inglese, infatti, presenta incastonata sul fronte una gemma che, come si è creduto per molti anni, sarebbe un rubino, ma che recenti prove hanno dimostrato essere uno spinello, una gemma meno preziosa ma di colore simile. Questa gemma, chiamata anche il Rubino dl principe Nero, è incastonata in un ornamento d’oro e pietre preziose a forma di croce e appartiene ai re inglesi dal 1367, anno in cui venne donata dal re di Castiglia Pietro I al principe di Galles Edoardo di Woodstock, anche chiamato Principe Nero.
Il rubino è così prezioso (e potremmo dire anche più prezioso degli stessi diamanti) proprio perchè è una delle gemme più rare conosciute, soprattutto nelle sue varietà di rosso più intense. Se di qualità superiore e particolarmente trasparenti, i Rubini possono essere etichettati con la dicitura AAA; in qualunque caso, anche nelle sue varianti più pure, il rubino presenterà comunque sfumature dell’arancio, del rosa e del porpora, in misura minima del 20%, per poi salire nelle pietre di minor valore.
Per investire nel rubino, occorre tenere ben presente che l’estrazione di questa gemma è molto limitata in quantità e grandezza, soprattutto dalle misure imposte dall’embargo: in Myanmar, il paese dove si estrae in maggior quantità il rubino, ci sono dei forti limiti che rendono la pietra preziosa soggetta a una scarsa reperibilità in tutto il mondo. Dato che è rarissimo trovare rubini di dimensioni abbastanza elevate, il valore della gemma salirà vertiginosamente in base ai carati che possiede. Un rubino naturale da 1 carato potrà costare all’incirca 200 euro e sarà considerato di “qualità commerciale” anziché di “di alto pregio”. Il rubino sarà considerato di alto livello solo dai 600 euro in su per ogni carato, ma se si vorrà avere una pietra su cui investire per il suo grande pregio, si dovrà puntare a rubini dai 9000 euro e più per ogni carato.
Dalla fine del decennio scorso in poi, le valutazioni del rubino si sono alzate in maniera vertiginosa, ma ciò vale solo per i rubini naturali dal colore puro, sanguigneo. Ricreare un rubino il laboratorio è facile, ma questi non frutteranno mai nessun guadagno; oggi un rubino naturale dai 3 carati in su può valere diverse migliaia di euro e può assicurare una rendita sicura nel momento in cui viene rivenduto.